Inizia la fase 2 e tante aziende riaprono i battenti. Ecco cosa deve fare il medico competente per gestire al meglio il rientro al lavoro
Molte aziende hanno già riaperto dopo il periodo di lockdown a seguito dell’emergenza covid-19, altre lo faranno nei prossimi giorni.
Questo significa che milioni di lavoratori stanno tornando sul proprio posto di lavoro proprio in queste ore mentre altri proseguiranno con forme di smart working e lavoro a distanza.
Ma quale sarà il ruolo del medico competente per gestire al meglio questo rientro? Il suo è un compito attivo perché dovrà collaborare alla definizione di ogni elemento di carattere:
- procedurale
- organizzativo
- tecnologico
affinché ogni azienda possa seguire il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID-19 del 14 marzo scorso.
Il compito del medico competente è quello di accompagnare l’azienda in questa fase 2, fornendo una valutazione razionale in merito a quando e come i lavoratori con dei profilo di rischio possono riprendere il lavoro in sicurezza.
Vediamo nel dettaglio quali sono i compiti principali del medico…
Come il medico competente deve accompagnare il lavoratore nel rientro al lavoro
Il medico competente deve valutare le caratteristiche intrinseche dell’attività lavorativa per il rischio contagio, ed in seguito stilare una previsione al fine di prevenire o almeno mitigare il rischio di contagio del singolo lavoratore in funzione della sua propria suscettibilità.
Si tratta della definizione del “Profilo di rischio COVID-19 riferito alle caratteristiche dell’ambito lavorativo” e del contestuale “Profilo di rischio del COVID-19 del singolo lavoratore”, dal cui incrocio emerge la valutazione della possibilità di ripresa del lavoro, oltre che l’eventuale revisione e l’affinamento delle misure di contenimento attuate.
Il medico è anche chiamato a valutare periodicamente la presenza in azienda delle condizioni sanitarie minime necessarie come:
- Adeguatezza dei locali
- Disponibilità dei dispostivi di protezione individuali (DPI)
- Presenza di referti di esami strumentali
- Programmare visite per evitare affollamento
Indicatori per la definizione del rischio di contagio personale del lavoratore
Sappiamo tutti che l’epidamia di covid-19 in Italia si è diffusa in modo disomogeneo. Il rischio di contagio per la popolazione in generale è quindi diverso da zona da zona ed è in continua evoluzione.
Dunque per il medico competente non è semplice profilare il livello di rischio del lavoratore è arduo. Per riuscirci è necessario considerare la “geografia del contagio” per attribuire un peso differenziato al rischio che il lavoratore può incontrare tanto in azienda quanto nel percorso casa-lavoro.
➡️ Indicatore T: tragitto casa/lavoro
➡️ Indicatore AL: parametri per la definizione del rischio azienda
➡️ Indicatore M: parametro relativo alla mansione – Organizzazione del lavoro
Gestione delle persone “fragili” al lavoro
Secondo l’articolo 3, comma 1, lettera b) del DPCM 8 marzo 2020: “[…] è fatta espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere una distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.
Questo significa che i medici competenti devono gestire con attenzione casi di persone con forme di immunodepressione, malattie croniche o patologie specifiche come:
▶️ patologie oncologiche
▶️ patologie cardiache
▶️ forme di immunodepressione e/o immunodeficienza
▶️ patologie broncopolmonari
▶️ diabete mellito
▶️ insufficienza renale
Ulteriori informazioni
Per tutte le altre informazioni che riguardano il comportamento delle aziende e del medico competente di fronte a soggetti postivi o sospetti postivi al covid-19 vi rimandiamo all’articolo che avevamo scritto poche settimane fa dal titolo: Coronavirus: come devono comportarsi le aziende e consultate il Vademecum Anma.