L’elettrocardiogramma è il risultato di un test medico strumentale eseguito con un dispositivo chiamato elettrocardiografo. Il test si chiama elettrocardiografia e serve a controllare e riprodurre l’attività elettrica del cuore. Esistono vari tipi di elettrocardiogramma: l’elettrocardiogramma a riposo, l’elettrocardiogramma sotto sforzo e l’elettrocardiogramma dinamico con holter. L’esame elettrocardiografo è uno dei metodi migliori e più efficaci utilizzati in cardiologia per evidenziare eventuali disturbi cardiaci e aritmie. L’elettrocardiogramma viene comunemente abbreviato con il termine ECG o in inglese EKG.
Ippocrateshop è sempre stato molto legato e attento alla cardiologia. Con questo articolo vogliamo raccontarvi tutto, ma proprio tutto quello che c’è da sapere sull’elettrocardiogramma e l’elettrocardiografo. Che cos’è e come si fa un elettrocardiogramma, come si posizionano gli elettrodi dell’ecg, quanto costa un elettrocardiografo, come si legge un elettrocardiogramma, come è nato l’elettrocardiografo, quali tipi di esame esistono e infine quali sono i migliori ecg in vendita su Ippocrateshop. Scopri con noi come si esegue la fotografia del cuore.
Che cos’è l’elettrocardiogramma?
Contents
- 1 Che cos’è l’elettrocardiogramma?
- 2 Che cosa rappresentano le onde sull’elettrocardiogramma?
- 3 Come si posizionano gli elettrodi di un ecg?
- 4 Come si legge un elettrocardiogramma?
- 5 Come è nato l’elettrocardiografo?
- 6 Quali tipi di test elettrocardiografici esistono?
- 7 I nostri migliori elettrocardiografi
L’elettrocardiogramma è la riproduzione grafica dell’attività cardiaca. La registrazione dell’attività elettrica del cuore avviene attraverso degli elettrodi che sono in grado di registrare i cambiamenti di potenziale durante i movimenti cardiaci. Il tracciato visibile su un elettrocardiogramma altro non è che la rappresentazione della durata e dell’intensità degli impulsi cardiaci che avvengono velocemente e che noi chiamiamo comunemente battiti, in realtà ogni battito è caratterizzato da diversi movimenti del muscolo cardiaco che insieme danno vita a quello che viene definito ciclo cardiaco.
Il cuore è un organo diviso in 4 parti: atrio destro, atrio sinistro (in alto), ventricolo destro e ventricolo sinistro (in basso). Il cuore è composto da un tessuto molto particolare detto miocardio, questo tessuto è davvero unico ed è presente solo nel cuore, la sua incredibile unicità sta nel fatto di essere in grado di generare spontaneamente stimoli di contrazione che permettono al cuore di muoversi. Il ciclo cardiaco inizia con una contrazione dei ventricoli, la contrazione è definita sistole. La seconda fase invece è la decontrazione dei ventricoli definita diastole.
Il tracciato dell’elettrocardiogramma viene riportato su carta millimetrata con il tempo in ascissa quindi orizzontalmente (con scala di un secondo ogni 25 mm) e l’ampiezza sull’ordinata quindi verticalmente (con scala di un millivolt ogni 10 mm).
Che cosa rappresentano le onde sull’elettrocardiogramma?
Onda P: è la prima onda che si verifica nel ciclo cardiaco. Corrisponde alla contrazione e conseguente depolarizzazione degli atri. L’onda è di piccole dimensioni.
Intervallo PR: una volta attraversati gli atri si passa nel nodo che collega atri e ventricoli e all’interno del quale le cellule attivate sono poche, quindi la depolarizzazione generata è troppo debole per essere registrata. Appena l’onda di depolarizzazione raggiunge il nodo atrioventricolare si ha un rallentamento della conduzione elettrica fino all’arrivo nel sistema di conduzione ventricolare. Anche queste onde hanno dimensioni ridotte e le forze elettriche generate sono minime e non registrabili in superficie. Si ritengono normali le misurazioni dell’intervallo comprese tra i 120 ms e i 200 ms (sul tracciato: da 3 a 5 mm).
Complesso QRS: si tratta di un insieme di tre onde una dopo l’altra che corrispondono alla depolarizzazione dei ventricoli. L’onda Q è negativa, di piccole dimensioni e corrisponde alla depolarizzazione del tratto interventricolare. Il vettore prodotto si dirige da sinistra a destra; l’onda R è un picco molto alto, positivo, verso l’altro, corrispondente alla depolarizzazione della parte alta dei ventricoli ed è molto evidente, poiché legata a una massa muscolare particolarmente ampia, soprattutto quella del ventricolo sinistro; l’onda S invece è un’onda negativa, anch’essa di piccole dimensioni come la Q, e corrisponde alla depolarizzazione delle regioni inferiori e posteriori del ventricolo sinistro. Si ritengono nella norma le misurazioni dove la durata dell’intervallo dell’intero complesso è compresa tra i 60 e 90 ms (da 1,5 a 2,25 mm).
Tratto ST: rappresenta il periodo in cui le cellule ventricolari sono tutte depolarizzate e pertanto non sono riscontrabili movimenti elettrici
Onda T: rappresenta la prima onda della ripolarizzazione dei ventricoli ma non sempre è riscontrabile e può avere un’ampiezza molto ridotta.
Intervallo QT: Questo intervallo rappresenta la sistole elettrica, cioè il tempo in cui avviene la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare. La sua durata varia con il variare della frequenza cardiaca, generalmente si mantiene tra i 350 e i 440 ms.
Onda U: è un’onda che non sempre è possibile vedere in un tracciato perché spesso è di dimensioni minime. È dovuta alla ripolarizzazione dei muscoli papillari che sono appendici di muscolatura cardiaca ma che si notano solo in corso di ipertrofia miocardica o di dimensioni delle cavità ventricolari alterate.
Come si posizionano gli elettrodi di un ecg?
Gli elettrodi vengono posti sulla pelle in punti ben precisi che permettono di registrare al meglio le variazioni elettriche del cuore. Il posizionamento corretto degli elettrodi è un momento essenziale per la buona riuscita dell’elettrocardiogramma che in caso di errori potrebbe presentare degli artefatti. Le derivazioni da cui vengono registrati i tracciati sono 12, gli elettrodi da posizionare 10. Le derivazioni sul torace sono chiamate precordiali e sono costituite da 6 elettrodi. La prima derivazione si trova nel 4° spazio intercostale a destra, poi a sinistra e si continua così nel posizionare gli elettrodi nello spazio intercostale sottostante muovendosi verso il fianco sotto le ascelle. Le derivazioni periferiche invece sono costituite da 3 elettrodi e 1 messa a terra che si posizionano solitamente sulle braccia e sulle gambe. Vi lasciamo un link a un altro articolo in cui spieghiamo con precisione come effettuare il posizionamento degli elettrodi e il significato di ciascuna derivazione:
Tipologie di elettrodi
Esistono diverse tipologie di elettrodi per effettuare elettrocardiogrammi, ecco qui un elenco con alcuni esempi in vendita su Ippocrateshop
Elettrodi monouso
Elettrodi riutilizzabili
Come si legge un elettrocardiogramma?
Una visita cardiologica viene normalmente eseguita da un cardiologo e dura circa 30 minuti. Chiaramente solo il cardiologo sarà in grado di valutare la buona riuscita del test e di leggere il tracciato dell’elettrocardiogramma. Esistono però alcune regole e variazioni dalla norma abbastanza comuni che possono dare delle indicazioni di massima. La prima variabile da esaminare è il ritmo e capire se ci si trova davanti a un elettrocardiogramma dal ritmo regolare. Per capirlo è necessario verificare se gli intervalli fra le onde R sono sempre uguali, o non differiscono tra loro per più di 2 quadratini. Un ritmo irregolare e un’onda P non chiaramente visibile devono subito far pensare a una fibrillazione atriale causata da una contrazione insufficiente che provoca un ritmo “caotico”. Anche il tratto QRS può dirci molte cose sullo stato di salute del cuore, ad esempio una tachicardia con tratto QRS largo è tipica della fibrillazione ventricolare che può essere causa di un arresto cardiaco. L’intervallo QT può darci indicazione invece sull’eventuale presenza di aritmie ventricolari nel caso in cui la lunghezza vari rispetto ai parametri normali. Infine un sopralivellamento superiore alla norma nel tratto ST è sintomo di lesione miocardica ovvero di un quadro compatibile con infarto miocardico acuto.
Come è nato l’elettrocardiografo?
L’elettrocardiografo fu inventato dal medico olandese Willem Einthoven. Einthoven frequentò l’università di medicina a Utrecht e concentrò i suoi studi e i suoi esperimenti nel campo della fisiologia. Il suo interesse venne molto presto catturato dallo studio del cuore e in particolare dalle sue funzioni elettriche. La geniale intuizione del medico olandese fu quella di utilizzare il galvanometro, strumento inventato da Luigi Galvani per misurare la corrente, in campo medico, per registrare gli impulsi elettrici del cuore. Il galvanometro fu ampiamente modificato per servire a questa funzione e diventare molto più sensibile. Ci vollero 3 anni di esperimenti e ricerche da parte di Einthoven per arrivare a questo incredibile risultato ma finalmente nacque il primo elettrocardiografo della storia che permise ad Einthoven di vincere il premio nobel per la medicina nel 1924. Per saperne di più sulla storia dell’elettrocardiografico leggete il nostro articolo
Breve storia dell’elettrocardiografo
Quali tipi di test elettrocardiografici esistono?
Esistono diverse tipologie di test con elettrocardiografi in base alla tipologia di sintomi riscontrati o ai controlli ritenuti necessari dal cardiologo, vediamo qui sotto un breve elenco:
ECG a riposo
L’ecg a riposo è il normale test con elettrocardiografo svolto in studio medico con il paziente sdraiato supino sul lettino. Mediante un elettrocardiogramma a riposo è possibile valutare diversi fattori riguardanti la salute del cuore quali la frequenza cardiaca e la sua regolarità, la presenza di ingrossamenti di alcune parti del cuore, la comparsa di sofferenze ischemice, livelli scarsi o eccessivi di ossigeno nel sangue e l’origine di alcuni disturbi come svenimenti fugaci o palpitazione.
ECG sotto sforzo
L’elettrocardiogramma sotto sforzo è un test utilizzato per misurare l’attività cardiaca durante uno sforzo. Il test normalmente dura circa 20 minuti e al paziente verrà richiesto di effettuare una moderata attività fisica, normalmente con tapis roulant o cicloergometro, commisurata alle sue capacità e sempre controllata dal medico. Durante lo sforzo l’ECG registrerà il tracciato in modo da poter misurare anche la reazione del cuore nei momenti di sovraccarico. L’ECG serve per identificare alcune patologie latenti, non visibili in condizioni di riposo come ad esempio le cardiopatie ischemiche.
ECG con holter sulle 24/48 ore
L’ECG dinamico con Holter è un test diagnostico che viene utilizzato per monitorare l’attività cardiaca durante un intervallo di tempo più lungo delle normali visite, di solito 24 o 48 ore. Il test fu ideato nel 1961 e prende il nome dal suo inventore, il fisico Norman J. Holter. Il test è necessario per esami più approfonditi di anomalie che non sono continue ma che possono verificarsi solo saltuariamente, ecco perché l’utilizzo di un esame più prolungato.
I nostri migliori elettrocardiografi
Come già detto, Ippocrateshop è da sempre molto legato alla cardiologia e cerchiamo sempre i migliori strumenti ECG da proporre ai nostri clienti. Ecco qui sotto quelli che al momento sono i miglior dispositivi ECG presenti sul nostro sito.
ECG 90 A DI CONTEC
Il nostro best seller assoluto, apprezzato da tutti i medici per le dimensioni contenute, l’efficienza e il prezzo. Un ECG portatile, con stampante inclusa, 12 derivazioni e le dimensioni di una calcolatrice. L’ecg più piccolo in commercio, su Ippocrateshop a soli 380 euro + iva.
PC-ECG INTERPRETATIVO CS180 DI BENEWARE
Il Pc-ecg interpretativo CS180 Beneware è l’elettrocardiografo per pc più economico in commercio. Dotato di software installabile su più computer grazie alla chiave di sicurezza, con un prezzo basso ma una funzionalità più che completa. Il pc-ecg interpretativo CS180 di Beneware infatti è dotato di: interpretazione automatica dell’esame, analisi spettrale dell’elettrocardiogramma, alta frequenza, dispersione del QT e stampa personalizzata.
PC-ECG CARDIOSHIELD CON COLLEGAMENTO BLUETOOTH
Il pc-ecg Cardioshield è molto più che un semplice ecg collegabile al PC, sono 3 ECG in uno. Il cardioshield può trasmettere il tracciato al nostro computer via cavo USB, con bluetooth ed in modalità remota (grazie alla memoria interna) acquisendo il tracciato del paziente (visualizzabile sullo schermo LCD) e scaricando successivamente il file comodamente sul vostro computer dove poterete refertarlo e stamparlo.